venerdì 22 febbraio 2013

Max Gazzè - Sotto casa


Max Gazzè, Sotto casa (2013)
Tracklist: 1. E tu vai via – 2. Buon compleanno – 3. Sotto casa – 4. I tuoi maledettissimi impegni – 5. Atto di forza – 6. La mia libertà – 7. Il nome delle stelle – 8. Con chi sarai adesso – 9. Quel cerino – 10. L’amore di Lilith – 11-20. Tutte le tracce in versione strumentale (solo per il digital download su iTunes)
Voto: 9




Abbiamo già accennato parlando di Neffa (del suo album Sognando contromano) che in Italia non mancano alcuni artisti molto talentuosi piuttosto sottovalutati, che finiscono spesso con l’essere valutati “di nicchia” (salvo poi talvolta prendersi clamorose rivincite con qualche boom di vendite imprevisto) sebbene il loro livello qualitativo non sia certo inferiore a quello dei musicisti più quotati. In questo campo, risiede a pieno titolo anche Max Gazzè, un artista che non riempie gli stadi ma che in quasi vent’anni di carriera ha dimostrato una bravura eccezionale ed un talento fuori dal comune. Tra i suoi vari pregi, c’è anche quello di non sbagliare mai un album (pure Quindi?, lavoro del 2010 che venne lanciato abbastanza pigramente perché lo stesso Gazzè in quel periodo era impegnato a promuovere più che altro il suo esordio da attore nel film Basilicata coast to coast, anche se è passato piuttosto sotto silenzio, è un signor disco che meriterebbe di essere rivalutato con più attenzione). E l’ottimo Sotto casa, appena uscito dopo la partecipazione a Sanremo, non si discosta dalla tradizione di Max Gazzè di dare alle stampe album sempre molto curati, con testi intelligenti e melodie orecchiabili ma non banali.

D’altronde, le apparizioni sanremesi di Gazzè, quantunque non abbiano mai riscosso granché dal punto di vista della classifica finale, sono sempre state all’insegna dell’alta qualità dei brani proposti: da Una musica può fare a Il solito sesso (passando per Il timido ubriaco), Gazzè sul palco non ha mai portato lavori modesti. Quest’anno, quando erano richiesti due brani, Max se l’è cavata alla grande con entrambi i pezzi: Sotto casa, title-track del disco, è stato il brano scelto dal pubblico sanremese e, sebbene non sia scontato (una sorta di monologo di un testimone di Geova cui nessuno apre la porta di casa) e abbia il punto di forza in un irresistibile giro di synth (una melodia che ti entra nel cervello e te lo succhia come una cannuccia, così l’ha definita più o meno lo stesso Gazzè), forse è un brano che non regge il confronto con l’altro portato a Sanremo, quello scartato, lo splendido I tuoi maledettissimi impegni. Nell’accorato sconforto di un uomo che non vede mai la propria compagna perché sempre impegnata a lavoro, non vedo certo la stigmatizzazione del lavoro femminile (come invece qualcuno ha voluto trovare, in modo piuttosto miope), bensì il generico lamento nei confronti di un mondo che ci costringe a correre dietro obiettivi etero-imposti che ci impongono di trascurare gli interessi privati e gli affetti personali. (Del resto il mondo di oggi va spesso così: o non si ha lavoro, o si ha un lavoro che non ci lascia tempo per fare quasi nient’altro...) In questo brano Gazzè è in grandissimo spolvero, e si appoggia su un suo particolarissimo stilema che in lui non è del tutto desueto ma che i canoni stilistici contemporanei hanno perlopiù dimenticato, quella figura retorica di origine classica che a scuola viene chiamata adinato (per i più precisi, sarebbe il dichiarare possibile una cosa a patto che se ne realizzi un’altra manifestamente impossibile), una sorta di iperbole utopica che in Gazzè si tinge di forte venature sentimentali, come nel fortissimo ritornello “non c’è una soluzione se non quella / di rimpicciolirmi a dismisura / fino al punto di traslocare nella / borsa tua con gran disinvoltura… / oppure supplicare e supplicare la tua ombra / di cedermi la possibilità / di rimanere là / a disposizione / cambiando se tu cambi posizione… / o essere l’involucro / di ogni funambolico / pensiero che ti viene / quando le giornate sono piene / dei tuoi maledettissimi impegni!

Gazzè, e quest’ultima canzone è solo un esempio, sa raccontare molto bene l’ansia degli amori difficili e la disperazione per quelli finiti. Sulla falsariga di Di nascosto (bellissima canzone del 2005) troviamo in Sotto casa altri due splendidi pezzi di questa categoria, E tu vai via, che con semplicità disarmante ma potente racconta il momento in cui un amore finisce e non ne restano che le immagini languide di quando le cose andavano e bene, e soprattutto Con chi sarai adesso, il racconto di un uomo che, lasciata perché troppo gelosa la compagna, non riesce a non pensare che a lei, e si domanda se sarebbe stata possibile una fine diversa (“non ce la faccio a scordarti, / tre settimane / che abiti male / il mio stomaco... / ti ho mandata via, ma tu / ormai / non te ne vai / più!”). Tutto veramente molto bello, e le altre canzoni non sono da meno (segnalo Buon compleanno e La mia libertà, ma in generale nell’album manca un pezzo veramente debole): con parole scelte con cura, non sempre complesse dal punto di vista lessicale ma perfettamente combinate insieme, le canzoni di Gazzè raccontano la vita quotidiana da un punto di vista spiazzante. Complimenti a Max Gazzè, e a tutto il suo ottimo staff, per l’ennesima dimostrazione di talento e maturità (e poi è simpatica la scelta di proporre, anche se purtroppo solo per il release digitale di iTunes, tutte le tracce anche in versione strumentale, così gli amanti del karaoke possono sbizzarrirsi senza ricorrere ad incommentabili file midi...)


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